Come si passa un agosto a Firenze: Io lo so.

Allora oggi ho avuto due buone notizie, due tabacchi aperti; comunque per il resto è già difficile in tempi di alta stagione, per noi l’alta, la bassa, la media, c’importa ‘una sega’ si mangia si beve, qualcuno lavora anche per qualcuno che non lo fa, ma si girella. Sono curiosa perché le altre estati erano diverse, se riuscissi a diventare abitudinaria accenderei un cero alla Madonna. Comunque stasera tipo venerdì, cena e ballettini al circolo, ci sono un sacco di ragazz* ‘stranieri’ che poi come dice Ghali poi la ‘mia casa qual’è’, wow una energia pazzesca, io con le mie amiche del bar, più grandi, adoro. Tutte bellisssime. 

Siamo solo all’8 di agosto. Vediamo. 

Bene, ai domiciliari io e non lui. polizia, carabinieri. Sono vittima di stalking.Quindi io sto passando questa summer 2025 in casa a scrivere. Aiuto. 

Bene è Ferragosto : Casa  with my baby, quest’anno è andata così, la quarantena mi ha dato qualche  lezione, tanto dove vuoi andare? Oddio non che un crostone salsicccia e stracchino dei Raddini non mi avrebbe ingolosita, vabbè, o qualche festicciola nella mia Sanvy mi avrebbe ‘disgarbato’ , uffa.   Sono uscita in incognito, in bici per portare a casa il mio bottino: birre cibo e sigarette. Ora lavo pulisco e faccio qualche video, cerco di stare lontana dai guai, devo chiamare la polizia ogni volta che si avvicina a me. Sono over stressed. 

Mi hanno fatto scappare da Firenze, oddio che bello, ‘Protezione’ in famiglia (non la mia, giammai) senza beghe. Un posto nuovo (per ovvi motivi non vi posso dire dove), ho conosciuto un sacco di cose, tutti chiusi il lunedí, aprono alle 16.30/17.00…salute! Allora cibo, cibooooooo, datemi del cibo: toph prodotti pochi ma di qualità, pizza buona, funghi fotonici, pesce anche buono, location che, se conosci, vai via di cervello; un mix tra influenze che non ho ben capito da dove arrivino, quando potrò cercherò di fare un focus. Volo. Poi gente carina: chi più chi meno, un po’ chiusi, sono andata col reggiseno e un camicione sopra, Oioia, l’avessi mai fatto. Due palle. Comunque una settimana di pace dallo stalker. Va bene così, agosto sta quasi finendo; temporali, fuochi e fulmini. Pensando che non tutto il male viene per nuocere, manca poco. 

Rientro a casa, ansia, c’è un mio amico che è venuto in mio soccorso, Grazie di esistere. Ti devo un favore. Grosso. Insomma vigila un po’ su di Me🎧. Vorrei andare al bar e salutare quei pazzoidi, niente da fare. Meglio lavorare, mi sono fatta scortare da un taxi per fare i miei giri, a volte non se la sentono quando gli spieghi la situazione, stavolta mi è andata bene. Lavoro, pulisco, sto con la mia bambina prima di dover chiamare qualche manzo della polizia, che poi l’ultima volta mica siano stati così carini. 

Ieri 4 pattuglie tutte per Me🩷, finalmente qualcuno che sa parlare. Grazie. 

Social  Hub stasera, praticamente un hotel con tutto dentro (cocktail, gym, swimming pool, street food, view) sono stata bene, poi (scortata) mi addentro in centro, roast beef, in un posto so international, una coppia sulla settantina, super sorridenti, che bello mi si scalda il cuore. Ero con un mio amico (rigorosamente uomo, non voglio mettere in pericolo le mie amiche), ciao amo, grazie di esistere, ti voglio un sacco di bene. Tranquilli a passeggiare in città, una mimesi di libertà ritrovata, sembra quasi reale. 

E già te ne vai, che strano quando ho ritrovato uno strano spirito di sana solitudine non posso sfruttarlo, la vita è strana. 

Comunque è un altro giorno siamo a fine agosto, questo limbo sta per finire, non so se è un bene o un male, ormai l’inquetudine fa parte di me. 

È il 30. 

 Ultimo fine settimana di agosto, piove. Bene. Adoro il clima variabile e si avvicina il mio mese preferito, settembre: ti lasci alle spalle una condivisa idea di relax, è momento di riflessioni, davanti al mare in burrasca, mare aspettami ora arrivo. Tutto tace di più, le aspettative diminuiscono. Tutto torna nello stato normale delle cose. 

 Saturday is the new Friday, Devo scegliere un giorno non li posso fare tutti, cinese da asporto in un pub a guardare le partite, no bad. Incontro una ragazza americana, del

Michigan, con i suoi genitori super carini, si è parlato del Più e del meno, mi hanno tenuto compagnia durante la cena (io ero scortata ovviamente), Americans:  I love they’re so sunny. 

Bene ci siamo, contiamo il count down, è

il 30. 

Fiore-Toro 0-0, Mai una gioia. Nemmeno se ero al cinese con la tele davanti, situazione perfetta, stasera due californiani  moglie e marito, volevano parlare di vino, dice che in California abbiano il merlot…..mmmmm. 

Anyway, ci siamo è mezzanotte e venti.

Auguri. First of September. Voglio morire.

Falemindet.

Vuol dire grazie in albanese, grazie,  alla fine, perché ho la possibilità di avere il tempo per pensare, del tempo per Me 🖤. Si avvicina il mio compleanno, 41, mamma mia è già passato un anno, un 40+1, sono una pischella.Programmi della serata. Zero. Dinner with mum 🩷 e poi quel che sarà sarà, ho consigliato una carrozza, chiedo scusa agli animalistia se avessi un cavallo andrei in centro, con lui. Verso l’ora di pioggia, quando tornano tutti a casa.

Comunque, no bilanci, see the stars 🤪

Fuck, non so, è passato da un anno dal boom, ho messo i piedi per terra invece che viaggiare chissà per quali mondi, sto rielaborando ora posso. Possiamo. Ma le cose sono tutte diverse, mi devo abituare. Sempre guardinga, ansia, ansia a palla. E Firenze ragazzi non è una città ‘gentile’, brutale, cattivella, si fa sentire. Comunque, apparte il mio rapporto conflittuale con la mia città già risaputo e risaputo, come tutti i rapporti della mia vita. Che noia, mi annoio da sola. Penso a quello che succederà, chi ci sarà e chi non ci sarà, senza colpe di nessuno. Share the love please 🥺

Menú random Iron Maiden tour 2025

Tantissime cose, immagino siano tanti,  non ne so molto, ma da quello che ho capito ci sono delle cose che loro preferiscono, tipo, ve ne dico due dei 15:

Minestrone di verdure fresche  

Tagliata di manzo rucola e grana 

Per il pranzo, per la cena altre 15 portate: 

Esempio:

Tonnarelli cacio e pepe serviti nella forma

Pane frutta e dolci sempre. 

Uau, sono contenta perché i piatti più ‘semplici’, cioè oddio non è che sono scontati, ma comunque la maggior parte dei piatti sono quelli che mangio io.Volo. 

❤️🌈🩷🙂‍↔️

Cena con mamma🤭

 A me mi sta sempre pensiero, la amo per tutto, il mio cuore:  è brillante, forte, radioattiva. Ma mi vorrebbe sempre in ordine, l’ordine????? Cos’è? Comunque devo ingegnarmi per essere un po’ come vuole lei e un po’ come voglio io. Cioè è una gara; quindi devo essere ‘precisa’ , ‘elegante’ , ‘non eccessiva’ . Ok, ho passato la soglia dei 40 un po’ di ‘contenimento’ ci sta, però, però..fammi  sognare!!E un po’ di rosa, su un abito regalato da lei, non il mio genere ma rivisitato ci sta. Vorrei essere, nell’estetica, un po’ una geisha hawaiana. 

Comunque vado dopo torno vi faccio

 sapere.

Sono tornata, taxi ovviamente niente, tramvia che non avverte, torna indietro dalla Leopolda alla cascine. Aiuto. Taxi di nuovo finalmente arriva. Oddio grazie ❤️. Volgio andare in Piazza del Mercato, da Bella Toscana ristorante pizzeria, too cute. prendo la mia carbonara da sogno. Mamma pasta alle vongole, non l’ho assaggiata. Una Firenze al tramonto con mamma non ha prezzo, è bella è proprio Bella.🥺 

Segreti: mamma ha visto che era tutto ok dove l’ho portata, super ok. 

Mi ha portata via la Poly cioè per farmi un favore; non so ste sto bene o male.

La mia piccolissima Basucchina🌈 

Notte amore❤️

Just like that 

Le nuove serie di Sex and the City

Cioè apparte che in the USA sono andate in onda due anni fa, ma come? 

Vorrei fare discorsi sulla facilità di armi e guerre ma non lo farò parlerò della serie. Prima parte fiacca, spoiler: Big muore. Che tristezza, ancora, ma un po’ di gioia? Capisco che hanno quasi 60 anni  e ti devi abituare a perdere le gente ma che palle. 

Comunque location e vestiti; io non so dove li prendano ma hanno un gusto fuori dal normale, fotonici. Charlotte la queen sempre presente e positiva, i love. Sam non c’è e Miranda ha una crisi lesbo. Scusate la bruttezza ma era per riassumere. Un po’ vittime delle proprie certezze come tutti, niente da togliere il fiato o farti riflettere. Cute anyway. I love girls 🧒 

A te piccolina ❤️


Da sempre piccola e un po’ border, babbo morto a 7 anni, una nuova famiglia, altri tre fratelli e un nuovo babbo. Succede. No pb. Una brutta malattia della piccolina di casa classe 92, ci ha stravolto la vita. Io che la guardavo su quella seggiolina a vederla combattere con il sangue. La nostra piccolina. Un buco al cuore. Ma ci si abitua a tutto; una famiglia che va nella stessa direzione la Sua. Io sempre un po’ fuori dalle dinamiche familiari un po’ per volontà mia un po’ no. Non importa, la piccolina si spenge a 30 anni. Ha aspettato che arrivassi da lei, in Basilicata, la sua nuova casa con la sua piccola famiglia, un fidanzato un cane e tanti fratelli a vegliare su di lei. Mi manchi. Non la tua presenza, il pensiero di te: viva, combattiva e attenta. Te ne sei andata. Sei volata via. Babbo, non lo sai, se ne è andato con te. Pochi mesi dopo, ti voglio parlare: Mamma ê forte come sempre ma ce ne siete andati si sente persa anche se ha ancora me e il piccolo Ricky. Che non vuole che parli di lui. Lo proteggerò sempre anche se non mi sopporta. E poi ci sono io: una mamma da cui avrei preteso di più, ma le cose non vanno sempre come si vuole. È il mio nodo in gola, una presenza così fondamentale ma così insoddisfacente. Per mille motivi giusti e sbagliati, so, piccola Ila, che avrebbe fatto di tutto per voi, e lo ha fatto e lo fa. Forse sono nata troppo libera, troppo indipendente ( mi ci hanno fatto diventare) troppo tutto, non mi sono mai sentita parte di niente, da qui la mia irrequietezza, lo so. Le droghe, I cattivi ragazzi, forse ho un pb, più di uno. Comunque c’è la guerra, a Firenze non sto più così bene, mamma è fuori Firenze, sta prendendo la sua (la sua) vita in mano tra piccoli e grandi pb. Ti pensiamo sempre. Ti amo piccolina.

4 mesi di servizio civile perché,  per come…doesn’t matter, un posto di accoglienza, regole, comprensione, umanità (così rara), priorità vere, FONDAMENTALI.

La mia intervista alla Presidentə dell’Associazione Arcobaleno: 🌈 

Compie quarant’anni l’associazione arcobaleno, un presidio sociale e culturale per l’Oltrarno situata in Via del Leone 9. L’Associazione Progetto Arcobaleno è un’associazione di promozione sociale attiva fin dal 1985 a Firenze. 
Un “arcobaleno” di colori diversi come diverse sono le storie e i percorsi di vita di ognuno di noi.

Anna (Piana Agostinetti) , presidente di Arcobaleno, si diventa grandi. Facciamo un bilancio di questi primi quattro decenni? (cosa fate e avete fatto?)

Nel corso di quarant’anni abbiamo accolto persone, migliaia di persone, le abbiamo asocltate e abbiamo cercato dei modi per sostenerle nell’affrontare difficoltà e nell’immaginarsi un futuro . 

Abbiamo così costruito servizi, che potessero dare delle risposte alle domande e alle richieste delle persone, chiunque esse fossero… servizi di qualità svolti da volontari  e professionisti: dal centro di accoglienza, che è “casa” per chi non ce l’ha, per persone sfruttate, o  con una sofferenza mentale o fisica, marginalizzate o economicamente fragili, alla scuola di italiano su vari livelli di apprendimento, dalla comunità che lavora sulle dipendenze anche in ottica di differenza di genere, allo sportello di consulenza legale, dove professionisti volontari ascoltano e indirizzano le persone per cercare soluzioni a problematiche  legali,  ma non solo.  

Se poteste cambiare qualcosa in questo percorso?

Il percorso non lo cambierei in nessun modo: con le sue cadute e gli slanci, le fragilità, i dissidi interni, le passioni, i successi e gli insuccessi, riflette l’andamento della vita di ciascuna delle persone che abbiamo accolto. Non poteva andare diversamente. 

E poi ci sono i tanti eventi di aggregazione e cultura: presentazioni di libri,  spettacoli teatrali, ci può dire quali saranno i prossimi?

In questi anni abbiamo sviluppato un cartellone di eventi culturali (teatro, cinema, presentazione di libri) che va solitamente da dicembre a maggio, in collaborazione con altri enti (cantiere obraz e teatro del cestello, Arci firenze, Amnesty Firenze, Stensen…) La rassegna del 2024/25 si intitolava “Tracce di invisibili” ed ha toccato temi molto diversi: dal nucleare al diritto di dimostrare, dalle guerre alle migrazioni, attraverso racconti e storie personali, che tracciavano il quadro di un’umanità complessa, ricca e fragile al tempo stesso, a cui apparteniamo tutte e tutti.

Da pochi giorni (20 giugno) abbiamo festeggiato con una festa aperta al territorio, i nostri 40 anni. Lo abbiamo fatto con la scuola di musica di Fiesole, i cui studenti si sono esibiti nella sala del nostro centro di accoglienza, regalando una grande emozione a tutti i presenti…. seguiranno: il 5 luglio in Santa Monaca la commemorazione del fondatore dell’associazione, Eugenio Banzi, di cui ricorrono i 30 anni dalla morte; il 30 settembre un convegno con titolo Diritti, accoglienza, inclusione: tra continuità e cambiamento in sala d’arme a Palazzo Vecchio e in ottobre l’inaugurazione della nuova ala della comunità per alcodipendenti di Borgo San Lorenzo, in località Faltona. 

Insomma, un presidio per l’Oltrarno, ma non solo. A chi vi rivolgete?

Ci rivolgiamo al territorio, o meglio alla comunità del territorio, che per fortuna è molto ampia e per nulla impermeabile. E’ una comunità che cambia, viva e curiosa: dalle nostre strutture, centri, sportelli di ascolto, sono passati moltissimi volontari, collaboratori, dipendenti e beneficiari… è passato un un arcobaleno di vite. 

Ci rivolgiamo e ci apriamo a chiunque voglia incontrare l’altro e l’altra, a chi chiede e a chi da.  

 Ma come e grazie a chi funziona concretamente l’associazione Arcobaleno?

L’associazione funziona grazie al contributo dei volontari e delle volontarie (più di 130), ai soci e le socie (50) che si impegnano per portare avanti la mission di Progetto Arcobaleno e ai contributi economici di enti pubblici (il Comune di Firenze, la asl Toscana centro, la Regione Toscana) che sovvenzionano le nostre attività e di enti privati CR Firenze, Fondazione Marchi, la chiesa valdese, la chiesa anglicana e molti cittadini e cittadine che ci sostengono con il loro 5xmille e con donazioni

Cos’è un centro d’accoglienza?

E’ un luogo in cui vengono accolte persone in disagio abitativo, economico, spesso legato a condizioni di fragilità fisica e mentale: gli viene data un’abitazione, in cui sono offerti vitto e alloggio e la presenza di operatori ed operatrici che le accompagnano nell’affrontare i propri problemi. Le aiutano ad affrontare le cause che le hanno portate a chiedere accoglienza e cercare di trovare le risorse personali per superarle. 

Cosa serve per fare un lavoro così a contatto con problematiche vere ed essenziali? 

Serve indubbiamente empatia, consapevolezza dei propri limiti (non possiamo salvare nessuno) , conoscenza professionale delle problematiche legate alla condizione in cui si trova la persona (dipendenze, disagio mentale, traumi legati ad un percorso migratorio difficile, diritti) e capacità di lavoro in equipe, perché il sostegno e il confronto tra colleghi sono fondamentali.

Recentemente i centri d’accoglienza sono purtroppo spesso al centro delle cronache per casi di ordine pubblico.  Qui no. questione di accortezze nella gestione o casualità?

Quali sono i nodi da sciogliere nel meccanismo dell’accoglienza?

La gestione è la chiave, non in termini di controllo, ma in termini di una giusta presenza che sia però di qualità, che dedichi tempo alla persona accolta e alle dinamiche che si creano nella convivenza. 

Nei nostri centri di accoglienza gli operatori ed operatrici sono presenti h24 e con compresenza diurna, questo significa che possiamo seguire gli ospiti accolti individualmente, offrendo cura e attenzione a ciascuno. 

I nodi sono legati più al post accoglienza che all’accoglienza stessa: la crisi abitativa di città come Firenze, il mercato del lavoro che spinge verso lo sfruttamento, legale o illegale che sia, il razzismo e il pregiudizio che impediscono alle persone di essere valutate oggettivamente, sono tutti elementi che rendono il futuro di molte delle persone che accogliamo, incerto. E se il futuro è incerto il presente si complica. 

Ma la comunità del quartiere è coinvolta davvero? O si può fare qualcosa di più?

La comunità è certamente coinvolta: siamo molto legati a realtà presenti nel quartiere che si occupano di marginalità, fragilità, persona senza dimora (da Fuori Binario, ad ACLI, dalla ronda della carità al giardino dell’ardiglione), dovremmo cercare di farci conoscere di puù dalle persone comuni, quelle che non si occupano di queste problematiche, ma che qui vivono, che condividono piazza Tasso con i senza dimora e il Giardino dei Nidiaci con gli stranieri di seconda generazione. Abbiamo alcuni volontari e volontarie che vivono nel quartiere, ma capita spesso che le persone, entrando, ci dicano che non avevano idea che dietro al nostro portone si celasse un mondo.

Quali sono gli obiettivi prossimi?

Gli obbiettivi sono sempre quelli di continuare con questa convizione: che siamo parte del mondo e che ciascuno e ciascuna può essere di aiuto per l’altro/a; che la comunità siamo noi e abbiamo la responsabilità di essere solidali gli uni gli altri. Cercheremo sempre più di dare spazio ai giovani, alle loro idee, offrendogli occasioni di incontro e di scambio con chi ha fatto percorsi diversi dai loro per costruire insieme una comunità aperta e multiculturale. — 

La notte intorno alle Cascine: l’abbiamo provata, tra paure e pregiudizi

Tra piazza Paolo Uccello, il Ponte alla Vittoria fin dentro il parco. Il viaggio tra gli ultimi di Eleonora Biancheri: «Forse i cattivi non sono così cattivi»

È estate, fa caldo, quando si esce? Di notte!
Di solito la notte porta consiglio, vediamo in che modo: il quartiere non ha grande vita infrasettimana, ovviamente verso San Fredianoc’è più movimento, ma noi non siamo di San Frediano: siamo in una zona-limite tra l’Oltrarno mondano e la periferie dormitorio. Cosa si fa in giro a quest’ora della notte? Si cammina con le cuffie in testa e un po’ di musica nelle orecchie e si vedono cose, persone e fatti. Il mash up è evidente, c’è un chioschetto sull’Arno che fa panini e birre fino alle 3 ed è li che trovi tanta tanta gente. C’è la security , menomale, le persone sono sempre le stesse in fin dei conti, tanti sono stranieri, provengono dal Marocco altri dalla Tunisia altri dalla Nigeria, ma ci sono anche tanti italiani. Certo non siamo ad una piece teatrale, ma in qualche modo ha un suo fascino.

E poi, qui, a un passo dalle Cascine, ci sono loro, giovani ragazzi che vivono un po’ alla giornata, in giro con le loro biciclette e due spicci in tasca, e dei piccoli sogni verso una vita meno umile. Abbiamo provato a parlarci, a passare qualche ora con loro. Passando per la fermata Paolo Uccello a volte ci sono dei ‘ritrovi’, in tanti li scansano a colpo d’occhio, ma c’è davvero da avere paura?  Mama è la protagonista: una donna nigeriana sulla quarantina che fa da spartiacque per il popolo della notte, tiene le redini, accoglie con un abbraccio e a volte con un po’ di umanità difficile da trovare per chi qui non ha radici e famiglia. A volte piangono, a volte ridono, a volte ballano. Lei è la proprietaria di un piccolo locale di vendita alimentari, aiutata dai due figli e un marito, l’abbiamo accompagnata a fare un po’ di jogging per parlare un po’: per lei le Cascine non sono una zona di cui avere paura, con un po’ di timore ci siamo addentrati anche noi….con Mama forse ti senti più al sicuro, ma quando vedi sparire le persone nel buio della ‘macchia’ ti chiedi cosa mai succederà.

Ragazzine italiane e ragazzini stranieri si incontrano, si parlano già si conoscono non c’è troppa paura ma una forte consapevolezza di ciò che si potrebbe incontrare. Ci hanno chiesto se avevamo paura a girare lì, sicuramente un po’; ma forse i cattivi non sono poi così cattivi, o almeno i cattivi sono meno di quelli che si pensa? Forse un sorriso a volte fa bene e comodo, che non sia fatto di paura? Speriamo.

Eleonora Biancheri


					

Ciao 🩷

For me it’s time

Un blog retro vintage come l’età che ci acccompagna:40. Una generazione di mezzo, torniamo a scrivere! Una rubrica, un point of view; noi cresciute tra il mare e la città tra metal pop &andurground. LA gente di mare si sa guarda al suo, quelle di città meno. Ah no ma il mare è stupendo giuro. Comunque Evagramma visual&creative Eleonora, Firenze, freelance 🐰 you welcome in basic space 🦕